Tutti esauriti, anche le risorse del nostro pianeta

Consumiamo più risorse di quante ne produca il nostro pianeta.

Per quest’anno, siamo fuori bilancio già da domani, giorno che i soliti esperti americani definiscono earth overshoot day. Ogni anno la distanza si accorcia, nel 2007 la scadenza era fissata a novembre. Di mese in mese, invece, si accorcia anche lo spazio di sopravvivenza delle famiglie monoreddito. A casa degli operai, si va in overshoot già dopo la seconda settimana. Non oso immaginare cosa succede ora con la spesa straordinaria dei libri scolastici, che pure non dovrebbero essere aumentati, e dei tributi comunali. Si va in rosso da subito, specie quando il bilancio annuale è magro. Le risorse del pianeta saranno definitivamente esaurite entro il 2050 e questa previsione mi mette il panico addosso. Non parliamo dei bilanci dei precari, poi che, oltre alla crisi economica vivono di conseguenza una gravissima crisi esistenziale. E’ la solita triste storia e ne abbiamo le tasche piene. Anzi, ahimè, vuote! Consoliamoci con le bellezze naturali, finchè le abbiamo. Questo nella foto di Alfredo Di fede è il pontile di Bagnoli: 800 mt di passeggiata per ammirare il nostro bel mare blu.

19 risposte a "Tutti esauriti, anche le risorse del nostro pianeta"

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  1. Alla fine mi piace la foga di Enrico, che ha tutte le ragioni del mondo a prendersela con i comico-ridicoli di questa ridicola parvenza di sinistra… ma che rimane comunque caparbiamente innamorato dei simboli a cui si è legato… definendosi di destra così come tanti idioti si definiscono di sinistra… senza manco sapere o fregarsersene di capire quale differenza faccia… e non capendo che l’unica differenza la fa la testa di chi è sempre pronto anche a mettere in discussione le sue certezze e che come il pirandelliano “uno nessuno e centomila” rimane solo con la sua maschera (che in greco manco a dirlo si chiamava “persona”) che dovrà essere sempre appiccicata sulla faccia per evitare il rischio di rimanere senza alcuna individualità o “personalità”…. Alla fine, Enrico, ti invito a capire che è il caso di mettere alla gogna tutti i pagliacci (che non mettono la maschera.. perchè questa almeno li nobiliterebbe.. ma si dipingono grottescamente solo il volto…) che fanno credere di liigare tra loro (come al circo con i randelli finti…) ma ci hanno fregati e ci fregheranno sicuramente facendo ancora finta di essere di destra o di sinistra….
    Infine, se vogliamo copiare il buono degli americani…. vediamo i programmi e controlliamo veramente la loro attuazione… (scusate la solita pesantezza…)….
    A proposito di consolarci… con il nostro mare blu… ricordiamoci che una delle canzoni più in voga del dopoguerra era “scurdammece o’ passato” e il suo ritornello era “..basta che ce sta 0′ sole… ca c’è rimasto o mare….” . E ricordiamoci la battuta del vecchietto nel fil “..io speriamo che me la cavo..” che Wertmuller ha fatto diventare bellissimo pur traendolo da un libro insulso di becero qualunquismo: “..il panorama l’ho già visto, non mi interessa!!!…! perchè ci interessa altro che il panorama in questa città di mercimonio e di lordura civile e umana…. Diamoci invece uno scatto di orgoglio e facciamo vedere come sappiamo fare ogni tanto che la civiltà la conosciamo davvero e la sappiamo insegnare noi agli altri… altrimenti è meglio che stiamo zitti e ci consoliamo… come sempre… con il “panorama” anche quando nasconde amianto, polveri sottili, sfruttamento, camorra, monnezza, droga e sangue di poveracci che vengono da ogni parte del mondo attratti dalla pelosa accoglienza dei Napoletani che effettivamente non guardano da parte vieni, salvo ricordarsene quando gli pesti i “calli”…e che addirittura sono massacrati da bastardi assassini che pretendono il “pizzo” e che sono rimasi gli unici a voler lavorare… e conquistare un futuro con le rimesse economiche nei loro paesi di origine ….in questa Napoli che si guarda e si bea ancora con i suoi “panorami” di ipocrisia…

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  2. No, il passato proprio non me lo scordo. Concordo con Cesare quando dice che Io speriamo che me la cavo era un libro insulso, scritto da un autore mediocre ed osannato da una stampa, ma anche la Wertmuller non ha fatto di meglio, amante dei consueti stereotipi sulla città di Napoli.

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  3. Se ti dico una cosa mi credi? Ho fatto tale e quale al film di Massimo Troisi, quando Lello Arena gli dice la famosa frase che tutti conosciamo (“chi lascia….”)
    A questo punto dovrei dirti: ma perchè, pure tu conosci a Fabio?? 🙂
    Non sapevo fosse di Eduardo.

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  4. …quel vento impietoso e caldo che condiziona le nostre vite e ci fa passare pomeriggi polverosi a oziare e ripetere mentalmente i matra dell’infanzia. Quella scusa che ci fa sentire il peso delle giornate passate ad aspettare.. che di tanto in tanto, ci regala la pioggia liberatrice e deposita coltri di sabbia rossastra sulle scarpe e sulle auto….come i nostri pensieri che lasciano traccia dove si posano i dialoghi o soliloqui di Troisi, le sentenziose poesie di De Filippo, le scontrose dispute fra Totò e Peppino che intenti a chiedere informazioni a Milano e scrivere alla presunta malafemmina. cercano di parlare con il potere e con le passioni con lo spirito semplice di quei bambini di cui si diceva, meravigliandosi degli equivoci…. E chi altri se no?

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  5. Credo, ma forse mi sbaglierò, che conti soprattutto muoversi, e non tanto conoscere la direzione giusta. Spesso spegniamo ardori, sogni, speranze nell’attesa di capire la strada da seguire. L’immobilismo (mentale soprattutto) è la vera tomba dell’esistenza. Non so se la sciocchezza che ho appena scritto sia di qualcuno.
    Alla prossima.

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  6. Condivido e mi congratulo con tutti per i begli esempi di arte poetica e con le citazioni cinefile… Ma mi ha confortato molto più l’intervento del Prof.Lucarelli dell’Assise di Palazzo Marigliano l’altro ieri all’Auditorium di Chiaiano sulla presentazione del libro “Ecoballe” (..che vi consiglio di leggere anche se vi fa venire i crampi allo stomaco dalla rabbia…)… che incitava la cittadinanza a prendere coscienza e di porre inn essere la “democrazia partecipativa” poichè quella “rappresentativa” almeno da noi non ci potrà tutelare poichè i nostri rappresentati sono venduti, incapaci, disonesti o nella migliore delle ipotesi, ricattati…
    “Ricurdammece o’ passato” come dice Obama… e cerchiamo di fare tesoro delle esperienze… anche di quelle brutte… se vogliamo uscire da questo pantano maleodorante…. La direzione giusta c’è, cara Tonia ed è quella della legalità che oggi più che mai è rivoluzionaria….
    A proposito del panorama di Bagnoli, ricordiamoci quanti finanziamenti a valanga ci sono sotto e quanta gestione indegna delle risorse sia stata risucchiata da Bassolin-Rastrelli-Berlusconi… …. perchè le “cartoline” sono buone per i turisti ignari o per i “nordisti” strafottenti… ma agli “indigeni” (in tutto il mondo) fanno solo sorgere un sorriso di scherno….

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  7. beh, certo la legalità, come non posso essere in accordo. La questione è un’altra: una cosa sono i sentimenti, dall’altra le azioni concrete. Queste ultime sono quelle che mancano. Di legalità se ne parla sempre, si sbandiera l’intenzione, ma troppo spesso a vuoto. Tanto per parafrasare uno dei protagonisti del film di Muccino (l’ultimo bacio), sono d’accordo con Andrea che “la legalità è la vera rivoluzione”. Ma noi dobbiamo rimboccarci le maniche prima che diventi “normalità”.

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  8. scirocco perchè è il vento che accomuna il colore della pelle bruciato dal sole dei nostri giorni e che va e viene lasciando quel carattere che non è di nessun altro posto di questo pianeta. Scirccco è anche il comportamento “sciroccato” che non riesci a decifrare razionalmente ma solo vivendo e respirando questo vento. Scirocco cambia il freddo in caldo umido e fa diventare afosa una giornata di primavera dandoti però la possibilità di dare tutta la colpa a questo vento anche se del vento non è.Sciroccata è questa gente del mediterraneo terrone che non capisce nemmeno lei dove si va “per andare dove deve andare” ma resta ad aspettare di “rcominciare da tre” aspettando di sentire le “scuse per il ritardo” prima di dire “non ci resta che piangere” e ripetere le frasi cementate dalle risate che ritornano come folate di vento caldo che lasciano coltri di sabbia.

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  9. X Scirocco. Omero soltanto perchè mi piace il suo suono, e i ricordi che evoca. Il nome di un uomo (magari avessi un briciolo del suo talento) che aveva capito quasi tutto dell’animo umano e che ancora oggi sembra attualissimo.

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  10. cercavo solo una conferma e l’ho avuta. Bravo Omero!E allora parlare in prosa o evocare suoni e colori o forme facendo leva sulle emozioni, ancora oggi è molto più attuale e duraturo che non uno scarno elenco di lamentele! e allora “cantami o Tonia……”. Ma anche l’apparente enucleazione di fatti di cronaca, diventano arte e poesia e ce ne ha dato conto Saviano.

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